Intervista a Saverio Cocchi, titolare delle 5 boutique

Un destino già tracciato quello di Saverio; è come se fosse nato in Piazzola dove i genitori avevano un banchetto e da dove ha appreso fin da piccolo il mestiere. A soli cinque anni vendette la sua prima cravatta durante il mercato di Molinella e da allora non ha più smesso. Ora il negozio “Saverio Abbigliamento” ha cinque punti vendita, tutti a Budrio in via Gramsci, con l’abbigliamento per bimbi, donne e uomini.

Un mestiere che hai sempre avuto impresso nel tuo DNA, com’è stato il salto dalla bancarella al negozio?
I miei genitori mi hanno insegnato tanto, mi hanno trasmesso la passione per il lavoro e mi hanno dato una base solida su cui poggiare i miei progetti. Nel 1970 a soli diciotto anni, ho aperto il mio piccolo personale negozio in via Gramsci, dove ora abbiamo il punto vendita per i bambini. Ho iniziato con tanto entusiasmo e con un’idea ben precisa; il mio era un negozio per i giovani.

Tu in negozio e i tuoi genitori in piazzola, quali sono le differenze che c’erano tra il tuo modo di lavorare e il loro? Fondamentalmente la differenza era una sola. I miei genitori per l’acquisto dei capi d’abbigliamento, si recavano da un grossista mentre io fin dall’inizio, andavo direttamente da chi produceva, mi recavo alla fonte per “toccare con mano” la merce che avrei acquistato in seguito. Con il mio metodo ho eliminato i vari passaggi e mi sono dedicato alla ricerca. Questa è a dir poco fondamentale, per chi fa un lavoro come il mio, è alla base di tutto.

Cosa ti hanno trasmesso i tuoi genitori?
La serietà nel lavoro, la sacralità del cliente e la professionalità; non ci si improvvisa commercianti da un giorno all’altro e chi lavora a stretto contatto con il pubblico, come le mie ragazze, deve avere una preparazione solida su cui basarsi.

Quali sono gli insegnamenti che dai alle tue commesse?
Devono essere ben consapevoli che bisogna avere amore e rispetto per il cliente, essere disponibili con loro ed identificarsi nella filosofia che oramai portiamo avanti da anni. Avere voglia di imparare con umiltà e avere molta costanza. Devo molto alle mie ragazze, senza certe mie collaboratrici ed includo anche quelle del passato, non sarei riuscito a portare avanti il lavoro nel migliore dei modi; alcune di loro hanno dato di più rispetto a quello che dovevano dare e per questo a tutte loro devo dire un sincero grazie.

Cosa ti rende felice del tuo lavoro?
Il continuo contatto con persone di tutte le età e la gavetta di salsiccia a Natale! Il bello del nostro lavoro è anche questo, ci capita spesso di ricevere regali dai nostri clienti e questo è un ulteriore riconoscimento del nostro lavoro, da parte dei nostri clienti. Venendo ad un discorso più serio, sono soddisfatto di me stesso e felice, quando con il mio lavoro posso permettermi di dare occupazione e di assumere altro personale, con i tempi che corrono per me è un gran risultato.

Come lo descriveresti il tuo lavoro?
Non c’è giorno uguale ad un altro, ci si sveglia presto e si va a letto tardi ed è un lavoro da fare al 100% perchè il 99% non sarebbe sufficiente.

Durante l’anno faccio dai 100 ai 120 mila chilometri, con questo si capisce che viaggio molto soprattutto per ricercare nuove aziende, conoscerle e fare i contratti. Oggi il nostro negozio ha più di 130 fornitori ed è impegnativo seguire tutte queste aziende. Inoltre, la nostra è un’azienda sentita, a volte si discute, ma il tutto ha come fine il bene del negozio.

Quando un momento di relax durante la giornata?
Quando sono a Budrio e giro tra un negozio e l’altro, nella mia testa penso sempre al lavoro e come organizzare la giornata, l’unico momento di stacco e di relax mentale, è la corsa. Mi sveglio di buon mattino per andare a respirare aria buona e caricarmi per la giornata.

In questi anni abbiamo visto passare e tramontare molte mode, ma quale moda ha rivoluzionato l’abbigliamento?
Io ho avuto la fortuna di vivere la novità del jeans e quando ho aperto il mio negozio ho selezionato le aziende leader in questo settore. Questo capo inizialmente veniva associato agli “hippy” e quando giravo per Budrio vestito con il mio jeans, la gente mi squadrava dall’alto al basso, poi il fenomeno ha coinvolto tutti i ceti sociali ed ora tutti quanti hanno nel loro armadio un paio di jeans.

La moda del momento?
C’è un revival degli anni ‘70-’80 e la riscoperta del colore. É fondamentale essere sempre se stessi, sentirsi a proprio agio con i vestiti e se venite da noi, vi sapremo dare i consigli giusti per sentirvi bene.

Qual è stato il veicolo principale che ha fatto conoscere il tuo nome?
Sicuramente tutto è partito dai Budriesi, che hanno saputo farmi pubblicità nel migliore dei modi facendo un passaparola efficace e duraturo nel tempo.

Per un ragazzo che volesse aprire un negozio di abbigliamento, quali sono i consigli che ti senti di dargli?
Prima di tutto deve fare un’analisi approfondita sul luogo e sulla zona in cui aprire, rapportarsi con le banche e visti i tempi, sarebbe saggio aprire all’interno di un centro commerciale. Se il progetto del negozio è valido, in pochi mesi il ritorno ci sarà in quanto il giro non deve crearselo da solo. Bisogna avere tanto amore per il lavoro, fare sacrifici e cancellare la parola “ferie”. Il lavoro è in primis, non esiste la domenica e la costanza è fondamentale. Oggigiorno credo sia importante non trascurare l’aiuto che possono dare i nuovi mezzi di comunicazione; penso che puntare alle migliori strategie di web marketing per il settore moda sia comunque una mossa vincente.

Un messaggio per i giovani?
Tenete botta! Il futuro siete voi, cercate di essere voi stessi e soprattutto di avere fiducia; solo con questa le cose possono migliorare.

Per concludere...
...Un grazie a tutti i nostri clienti che in questi anni ci hanno seguito.

SE TU FOSSI UN CAPO DI ABBIGLIAMENTO?
Un jeans.